Nuova uscita – Dove il mare è più azzurro – Ilari C.

Titolo: Dove il mare è più azzurro

Autrice: Ilari C.

Casa editrice: Triskell Rainbow

Genere: MM romance contemporaneo

Prezzo: digitale 2, 99 euro – cartaceo 12 euro.

Kindel Unlimited: Sì.

Trama:

Jacob crede di avere una vita perfetta a Londra. Tutto cambia dopo il divorzio e un errore imperdonabile nella prestigiosa agenzia immobiliare di famiglia. Suo fratello e suo padre lo spediscono a Sagres, all’estremità sud-occidentale del Portogallo, affinché mediti sui suoi errori.
La destinazione non è casuale, ma Jacob non ne ha idea fino a quando non si lascia travolgere dalla passione per un uomo rude dagli occhi blu che vive come un eremita ai piedi della scogliera.
Le giornate di Luis sono scandite dalla volontà del mare. Le scogliere selvagge, la pesca all’alba, la forza dell’oceano. La ragione della sua vita è tutta lì. Nonostante gli incubi e i segni sulla pelle continuino a ricordargli i traumi del passato, Sagres è l’angolo di mondo in cui ha trovato qualcosa che somigli alla pace.
La sua tranquillità viene infranta da un nuovo turista con gli occhi scuri e lo sguardo candido. Luis lascia che si infili nel suo letto, come ha permesso ad altri. Ma Jacob vuole di più: si insinua sotto la sua pelle, gli fa battere di nuovo il cuore, vorrebbe trascinarlo nella sua vita.
Luis non sa se può fidarsi né se è capace di amare ancora. Jacob è davvero un turista senza secondi fini? Può davvero iniziare una nuova vita con lui?

Estratto:

Mi muovo da un piede all’altro. L’acqua scroscia sempre più violenta e mi schiaffeggia il viso. Poi lo vedo. La figura di un uomo che emerge dalla spuma del mare in tempesta come fosse la Venere del Botticelli. Anche il suo volto è bello come quello della dea, il naso sottile, il mento arrotondato, le labbra carnose, ma il corpo è quello di un uomo possente abituato a gettare e tirare su reti e a trasportare casse pesanti colme di pesce fresco. È Luis.
Lo vedo avanzare a torso nudo, mettersi sulle spalle un asciugamano ormai inzuppato. La mia gola è secca. Deglutisco. Non mi sono mai sentito tanto in imbarazzo, a disagio, non lo so nemmeno io.
«Che fai qui?» mi domanda, quando è abbastanza vicino da farsi sentire sopra il fragore della pioggia e delle onde che bisticciano.
La sua voce è calda, roca, irritata. Gli occhi sono blu, non come un cielo sereno. Ricordano il fondo dell’oceano, un segreto, il cielo notturno.
«Io…» Non riesco a sostenere il suo sguardo così intenso, le mie parole si perdono tra lo sciabordio delle onde e il fruscio della vegetazione.
«Allora?» mi incalza lui.
 Stringo i pugni. «Non ho fatto in tempo a tornare,» gli dico.
«Seguimi.» Mi fa un cenno con la mano. Osservo l’asciugamano che copre la sua schiena, intuisco sotto il telo il movimento dei muscoli, i capelli ondulati sono bagnati e lui li tira indietro con le mani. Lo seguo perché non c’è altro da fare, lo seguo perché mi attrae come possono attrarre una calamita o un enigma.
Apre la porta di una capanna di legno e mi invita a entrare.
«Possiamo rimanere qui, fino a che non spiove,» dice. Poi si volta. I segni di espressione ai lati delle labbra carnose gli donano un’aria affascinate e corrucciata.
Merda, mi odia. Odia l’essere stato obbligato a farmi entrare nel suo rifugio, nella sua casa, nel suo spazio personale. Se c’è una cosa che ho imparato grazie al mio lavoro è come leggere le persone. E questo, almeno, di Luis l’ho capito.

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